Check-out dal Sumba Nautil e partenza per la parte ovest dell’isola. Giornata dedicata alla visita dei bellissimi villaggi a sud di Bondokodi, ciascuno con case tradizionali con alti tetti, tipiche della casta più nobile. Entreremo nel villaggio di Ratenggaro con le sue tombe reali in riva al mare. Gli abitanti generalmente ci seguiranno con curiosità mentre camminiamo tra le case, le leuma bokulu, dagli alti tetti a minareto. Dalle tombe dei rato ammireremo la foce del fiume. Raggiunte le auto, passeremo il fiume per visitare Wainyapu e il suo grande campo della Pasola. Passeggiata sulla lunga spiaggia bianca attraverso le cave di pietre tombali, fino all’insenatura del fiume Lambatama da cui si gode una splendida vista degli alti tetti di Ratenggaro. Ci accoglieranno alcuni anziani, bambini curiosi, maiali e cavalli. A Waignapu si trova una cava dove vengono estratte le pietre usate per costruire le enormi tombe megalitiche che punteggiano il panorama di Sumba. Dopo pranzo a visitare la spiaggia panoramica di Mandorak e la laguna di Waikuri, formata dalle acque dell’oceano attraverso pertugi nelle rocce. Nel tardo pomeriggio arrivo al Mario hotel sulla spiaggia di Kita Mananga Aba.
E’ usanza comune, quando si visitano i villaggi di portare dei doni con sé, come la noce di betel, simbolo di pace. Si tratta di uno stimolante moderatamente eccitante che però ha degli effetti negativi poiché è una sostanza cancerogena e inoltre dona alla bocca e ai denti uno sgradevole colore rossastro. Masticare il betelè è un modo per affermare la propria appartenenza al mondo degli adulti e i tre elementi che formano il miscuglio hanno un significato simbolico. Il gambo verde del sirih rappresenta il pene, la noce o pinang le ovaie femminili, la calce (kapor) lo sperma. E’ la calce che produce la colorazione rossastra.Dopo la morte, il defunto raggiunge il mondo invisibile, da cui può influenzare il mondo dei vivi. Marapu mameti è il nome collettivo che indica tutti i morti. I vivi possono invocare il loro spirito, in particolar modo quello dei parenti, per ricevere aiuto, anche se i morti possono nuocere nel caso si irritino. Nel giorno fissato per la sepoltura, si uccidono cavalli o bufali e insieme al defunto vengono sepolti ornamenti e una borsa di sirih pinang (il betel). I vivi devono assicurare al defunto la sepoltura più sfarzosa possibile, in modo da evitare l’irritazione dei morti e per consentire loro l’ingresso al mondo invisibile. Il funerale vero e proprio a volte è rimandato anche di dieci anni, per consentire ai parenti di accumulare denaro sufficiente per i festeggiamenti e per la costruzione di una grande tomba in pietra.Anche l’abbigliamento tradizionale è ancora utilizzato. Le donne più anziane spesso vestono solo l’ikat, o lawo, e sono a seno nudo. Anche gli uomini indossano l’ikat, chiamato però hanggi al maschile, avvolto attorno ai fianchi, spesso sopra abiti di foggia occidentale. Alcuni di loro indossano anche una stoffa attorno alla testa, okapota. Quasi tutti gli uomini, portano una spada che purtroppo, a volte viene usata. La violenza è parte della tradizione Sumbanese e questo è il motivo per il quale è stata ritualizzata nei festival come il Pasola. Ogni anno, la stagione del Pasola inizia quando gli sciamani dei villaggi lungo la costa, riscontrano che un certo verme di mare (nyale) è arrivato. Sono quindi organizzati dei violenti scontri tra squadre di cavalieri che brandiscono spade e lance ed è sicuramente una delle più stravaganti e cruente feste dell’Asia. Si svolge tra febbraio e marzo ed ha lo scopo principale di spargere sangue umano per omaggiare gli spiriti e assicurare un buon raccolto. Come nel passato, gli ‘eserciti’ sono formati dagli abitanti dei vari villaggi costieri.
Di solito il villaggio tradizionale di Sumba è strutturato in due file parallele di case, poste le une di fronte alle altre, con una piazza nel mezzo. Al centro della piazza c’è una pietra sormontata da un’altra pietra piatta, sulla quale sono poste le offerte ai marupu protettori del villaggio. Queste strutture di pietra per gli spiriti o katoda sono usate per le offerte ai marupu dell’agricoltura durante la semina o il raccolto. La piazza del villaggio contiene anche le tombe degli antenati importanti, in genere finemente scolpite. Nei tempi passati, le teste dei nemici uccisi venivano appese a un palo irto di spine situato nella piazza del villaggio. Quest’albero dei teschi, chiamato andungè ancora presente in alcuni villaggi ed è un motivo riprodotto frequentemente sugli ikat,i tessuti tipici di Sumba. L’abitazione caratteristica è una grande struttura rettangolare su palafitte che accoglie una famiglia allargata. Il tetto di paglia sale dolcemente dai quattro lati e termina con una punta. Tra i rituali che accompagnano la costruzione di una casa, c’è quello di tributare un’offerta quando si pianta il primo palo, per scoprire se i marupu ne approvano l’ubicazione e uno dei metodi consiste nel sacrificare una gallina ed esaminarne il fegato. Molte case sono ornate con corna di bufalo o mandibole di maiale, ricordo delle offerte sacrificali fatte in passato.
Recensioni
Ho partecipato al viaggio in Indonesia (Sumba, Flores, arcipelago Komodo) per la prima volta con Viaggi Tribali. Una esperienza emozionante e, per me, in alcuni tratti esaltante, sia per le ricchezze ambientali-dai bellissimi trekking all'interno di foreste rigigliose, alle meraviglie dei fondali corallini delle Komodo-sia per la grande lezione di vita che gli abitanti di questi luoghi mi hanno regalato. Mi sono ritenuta davvero privilegiata nell'essere accolta sempre con cortesia, sorrisi, curiosità davvero genuine. Lezioni di vita e di dignità a cui nel mondo occidentale abbiamo rinunciato da tempo. Di questo devo ringraziare l'organizzazione di Viaggi Tribali, il corrispondente in loco, Eugenio, la nostra guida, Giuseppe, paziente, gentile, sempre disponibile a soddisfare le nostre richieste, e le 4 splendide persone del gruppo, con Rita, che ho ritrovato con gioia dopo tanti anni, Giovanna, Mariano e Luciana, con le quali si è creato un rapporto di complicità e di condivisione. E' un viaggio a tutto tondo che consiglio con passione, perchè sono tornata ricca di insegnamenti, suoni, colori, momenti struggenti. Grazie a tutti