SUD SUDAN, EQUATORIA TRIBALE

Etnie a Sud del XII° Parallelo

Etnie: Dinka – Mundari – Peri/Lopit – Lotuko – Boya – Toposa – Jiye

1 MUNDARI CATTLE CAMP COPERTINA

FOCUS DEL VIAGGIO:

  • IMPEGNO ALTO
  • DURATA 14 GIORNI, 12 NOTTI
  • VIAGGIO ANTROPOLOGICO, CULTURALE
  • GUIDA LOCALE IN LINGUA INGLESE

STILE DEL VIAGGIO:

  • TURISMO ETNICO, CULTURALE,
  • RESPONSABILE, RITI TRIBALI, AFRICAN EXPEDITION
  • TURISMO NATURALISTICO, TURISMO FOTOGRAFICO: PORTRAIT, LIFESTYLE, STREET LIFE, CLOSE-UP SHOT, LANDSCAPE, NATURA, TRAVEL REPORTAGE

VIAGGIO IN SICUREZZA:

  • TENDE & HOTEL – (STANDARD LOCALI)
  • MEZZI DI TRASPORTO IN SICUREZZA (Jeep)
  • CORRISPONDENTI CONSOLIDATI E AUTORIZZATI
  • ITINERARIO IN SICUREZZA
  • ACCOMPAGNATORE DALL’ITALIA DA 8 PARTECIPANTI
  • GARANZIA POLIZZE DI VIAGGIO ALLIANZ

EMOZIONI DEL VIAGGIO:

Il Sud Sudan è lo stato più giovane al mondo, nato nel 2011 con un referendum che ne sancì l’indipendenza dal Sudan, con il nome di Stato Federato dell'Equatoria Centrale, attraversato dal 12º parallelo e con capitale Juba, porto fluviale sulle rive del Nilo Bianco. Circa una sessantina di gruppi compongono il complesso tessuto etnico sud-sudanese, in prevalenza di origine nilotica ed appartenenti a società agro-pastorali, in un mix di culture nomadi e semi-nomadi, ma anche stanziali. I pastori Dinka (25% della popolazione) sono i più numerosi tra i gruppi etnici. Come i loro cugini Mundari, vivono in simbiosi con le vacche dalle lunghe corna (per essi considerate sacre) da cui traggono latte e sangue, che bevono. Da secoli si spostano in cerca di pascoli, al ritmo delle piogge, attraversando terre ricche petrolio in una nazione di 619 745 km² senza sbocco sul mare. Nell’itinerario si visitano Cattle Camp e Villaggi di alcune etnie: Toposa, Peri/Lopit, Lotuko, Boya (Larim) e Jiye. Se alcune presentano matrici antropologiche comuni, altre si differenziano per caratteristiche identitarie ben marcate e singolari con cicatrici, scarificazioni, piercing nasali, auricolari e labiali ed elaborate acconciature policrome, indicative dello status e del ruolo all’interno del gruppo. Spesso seguono proprie religioni e riti ancestrali, che si tramandano di padre in figlio; più frequentemente praticano la tradizione animista basata sulla natura e sul culto degli antenati con riti e cerimonie tribali spontanee, a cui si spera poter assistere. Vivono in una moltitudine di sperduti villaggi di fango, rami e paglia (per lo più di capanne circolari chiamati Boma), accogliendo società arcaiche, in prevalenza di allevatori e agricoltori, ma anche all’occorrenza di abili cacciatori e pescatori. Interessante approfondire lo studio delle usanze tribali del paese, in aree remote, in una terra ancestrale povera e antichissima, culla di un caleidoscopio di razze, ricche di tradizioni, a cui accostarsi con forte motivazione in un paese turisticamente e logisticamente vergine.

BOYA

Itinerario di viaggio

Giorno

ITALIA – VOLO INTERNAZIONALE PER JUBA

Ritrovo all’aeroporto di partenza. Disbrigo della formalità di imbarco e partenza con volo di linea per Juba con transito extraeuropeo, pernottamento e pasti a bordo. Arrivo prime ore del mattino seguente.

Giorno

JUBA – TEREKEKA – MUNDARI CATTLE CAMP (JEEP, 2h)

Arrivo a Juba al mattino e, dopo aver svolto le pratiche d’Immigration, incontro con lo staff. Juba (oltre 370.000 ab) ubicata sulle rive del Nilo Bianco, è la capitale dello  Stato Federato dell' Equatoria Centrale, lo Stato più giovane al mondo, nato nel 2011 con un referendum che ne sancì l’indipendenza dal Sudan. La colazione e una doccia ristoratrice in un albergo della città, dopo il lungo volo, precedono la partenza per Terekeka, dove è previsto il pranzo. Nel pomeriggio trasferimento presso un villaggio di etnia Mundari, dove incontrati i leaders si è pronti per le prime fotografie, quando le mandrie rientrano al campo dopo una giornata di pascolo. Campo presso il villaggio Mundari. PS: Nei tempi disponibili è possibile fare un breve city tour di Juba (punto panoramico sul Nilo Bianco, la città vecchia con alcuni edifici coloniali del periodo britannico ed il colorato mercato di Konyo Konyo), recuperabile al rientro dal tour.

Giorno

MUNDARI – CATTLE CAMP E VILLAGGI (JEEP)

Intera giornata dedicata all’esplorazione dei Cattle Camp e dei villaggi delle tribù Mundari. Questi a causa della posizione isolata sono pressoché sconosciuti specie per quanto riguarda gli usi e costumi, rimasti più o meno immutati fino a oggi. Si ha modo di scoprire il loro stile di vivere, secondo ritmi scanditi in base alle esigenze del loro bestiame, assistendo in mattinata alla partenza delle mandrie per i pascoli e poi al rientro alla sera. Di giorno si visitano i villaggi. I Mundari attribuiscono molta importanza agli zebù, una razza bovina con le corna ricurve, una fonte di cibo, una cura contro le infezioni, le cui mandrie vengono considerate componenti della famiglia a tutti gli effetti. Tra i pastori e gli animali esiste un rapporto di simbiosi. Senza di loro gli esseri umani non hanno cibo sufficiente (latte, burro, formaggio). Così come i bovini morirebbero senza i pastori per le malattie trasmesse dagli insetti e parassiti e, anche, per gli attacchi di animali predatori, ma soprattutto, grazie al pastore, riescono a trovare erba da brucare e acqua da bere. Per i Mundari il bestiame è la vita. Latte e sangue, che assimilano lentamente praticando un piccolo foro nella vena giugulare, sono alimenti preziosi. Con lo sterco mescolato a paglia si fanno i mattoni e l’intonaco delle case, una volta seccato al sole, il combustibile per cucinare e procurarsi la cenere che, cosparsa sul corpo, protegge dalle zanzare, responsabili della trasmissione della malaria. I Mundari, gruppo nilotico simile ai cugini Dinka e Nuer (stessa lingua, stesse fisionomia e tradizioni), ma diviso da esse da ataviche rivalità, hanno con essi pratiche comuni, come farsi urinare dalle vacche sul capo per poi impastarci sopra dell’argilla per evitare i parassiti. Soffiano nelle loro vagine per stimolare la mungituraCon l’urina si conciano le pelli, si fa il caglio e si ossigenano i capelli. Le bianche vacche dalle corna ricurve sono la dote dei matrimoni. Praticano la scarificazione rituale come rito di passaggio all’età adulta per i giovani; i giovani Mundari si scarificano la fronte con 3 V molto ben marcate. Notte al Campo presso il villaggio.

Giorno

TRASFERIMENTO AL CATTLE CAMP DINKA (JEEP, 2.30h)

Al mattino si parte alla volta di Mingkaman, proseguendo per il Cattle Camp dei Dinka e dei loro villaggi per trascorrere del tempo con loro. La giornata è dedicata all’interazione con abitanti del villaggio e allevatori di bestiame. Notte al campo.

Giorno

DINKA – CATTLE CAMP E VILLAGGI (JEEP)

Interagendo con i pastori Dinka, si trascorre un’intera giornata, scandita dalla partenza al mattino del bestiame per i pascoli e poi dal loro rientro alla sera. Di giorno si visitano i villaggi. I Dinka sono circa 2 milioni, il 25% della popolazione del Sud Sudan rappresentando il maggiore gruppo etnico. Sono suddivisi in una decina di sottogruppi e distribuiti su un territorio molto vasto, bagnato dai fiumi Bahr el-Ghazal, Nilo Bianco e Bahr el-Jebel. La loro economia si basa soprattutto sulla pastorizia e sull’agricoltura, in particolare la coltivazione del miglio sulle sponde del Nilo e altre varietà di graminacee che però possono essere coltivate solo durante la stagione piovosa. Da secoli migrano in cerca di pascoli, al ritmo delle piogge, attraversando terre ricche di petrolio. Cristiani e seguaci della religione tradizionale, i pastori Dinka hanno rifiutato di convertirsi all’Islam che si è diffuso in Sudan. Sono di statura notevole e tra le etnie locali sono considerati i più statuari e belli. I Dinka vivono in simbiosi con le loro vacche dalle lunghe corna (per essi considerate sacre) da cui traggono latte e sangueche bevono, ma senza mangiare la carne, tranne che nelle cerimonie, e battezzano i bambini con il nome del bue preferito dal padre. Ogni bambino Dinka riceve alla nascita il suo vitello (zebù), da cui prende il nome e con cui crescerà. Oggetto di cure particolari sono le corna delle vacche: i Dinka le incidono per deviarne la crescita e plasmarne la forma. Per questo popolo il bestiame è il fulcro dell’esistenza: ogni famiglia ha bisogno di almeno 60 mucche per sopravvivere. I giovani pastori si ricoprono di cenere, uso che serve a disinfettare e a tenere lontane zanzare e insetti. Con la cenere si puliscono anche i denti bianchissimi. Per scaldarsi accendono fuochi con lo sterco degli animali. Il fumo filtra i raggi del sole basso sulla pianura. La luce si insinua in questo mondo di uomini e animali avvolto dalla fuliggine. Notte al campo.

Giorno

TRASFERIMENTO AL VILLAGGIO LOTUKO (JEEP, 5h)

Trasferimento verso il regno di montagna dei Lotuko, popolo di stirpe niloto-camitica, agricoltori sedentari e allevatori di grandi mandrie di bovini, pecore e capre. A differenza di altre tribù dell’Equatoria orientale, i Lotuko hanno una lunga storia di stanzialità e da secoli vivono stabili nei villaggi praticando attività agricole e pesca. Sono suddivisi in numerosi sottosezioni e vivono in tribù governate da capi elettivi in caratteristici villaggi fortificati. Alle usanze patriarcali sono mescolate tradizioni matrilineari: tipica la suddivisione del territorio tribale in “distretti di pioggia” amministrati dai facitori di pioggia (carica ereditaria e trasmissibile anche alle donne), individui ai quali è dato il compito di provvedere (mediante riti ed esorcismi) a far piovere al momento opportuno. La terra non è di proprietà di una sola persona, ma di tutta la comunità. La loro religione principale è tradizionale animista basata sulla natura e sul culto degli antenati che è profondamente radicata nella loro identità etnica. Parlano la lingua Otuho. Il dio principale degli Otuho è chiamato Ajok, generalmente visto come gentile e benevolo, ma può essere anche furioso. Seguendo le loro tradizioni, ci si può vestire come loro, contrassegnandosi il corpo con la cenere. Notte al Campo presso il villaggio.

Giorno

TRASFERIMENTO AI VILLAGGI PERI/LOPIT (JEEP, 4h)

Trasferimento alla volta dell’area di etnia Peri/Lopit. Si trascorre l’intera giornata esplorando i villaggi Peri/Lopit, incontrando gli anziani del villaggio e conoscendo le loro consuetudini tribali. Questo popolo vive nei dintorni delle colline Lopit in un territorio montuoso e pratica l’agricoltura tradizionale e l’allevamento del bestiame. Linguisticamente i Lopit hanno somiglianze con il vicino popolo Lotuko ma anche con i Masai. Queste somiglianze danno qualche indizio per pensare ad una comune origine territoriale. Sono orgogliosi della loro identità culturale e praticano importanti cerimonie culturali, strettamente legate all’età o ai gruppi generazionali. Notte al Campo presso il villaggio.

Giorno

TRASFERIMENTO AI VILLAGGI BOYA (LARIM) (JEEP, 3h)

Trasferimento verso le Boya Hills, un territorio della savana, punteggiato da grandi colline rocciose ai cui piedi si trovano i villaggi Boya/Larim. Essi sono costituiti per lo più da capanne in legno, coperte da tetti in paglia dalla punta acuminata e spesso decorate con feticci, conchiglie e disegni; sono protetti da rudimentali mura di cinta a difesa dalle incursioni dei Toposa. Si trascorre l’intera giornata a visitare i villaggi vicini per approfondire la loro cultura, visitando il territorio. I Larim scarificano i loro corpi e i loro volti, usando vistosi piercing nasali, auricolari e labiali, e spesso fumano tabacco da pipe di legno e di metallo. I Larim sono animisti e credono negli spiriti dei loro antenati, con i quali comunicano in cerimonie ed effettuano chiamate con offerte. L’estetica tribale dei Larim è molto interessante e nonostante i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni a causa dei nuovi prodotti che raggiungono i loro mercati. Se si è fortunati sarà possibile osservare alcuni loro rituali e cerimonie. Notte al Campo presso il villaggio Boya.

Giorno

LARIM/BOYA: VILLAGGIO (½ GIORNATA) E TRASFERIMENTO A KAPOETA (JEEP, 2h)

Si trascorre mezza giornata interagendo con l’etnia Larim/Boya. I Boya sono principalmente allevatori, anche se coltivano sorgo e mais. I bovini sono molto importanti per i Boya e la loro vita ruota attorno a loro. Mangiano la loro carne, bevono il loro sangue e latte, dormono su stuoie ricavate dalla loro pelle. Mentre gli uomini sono lontani dal villaggio a badare al bestiame, le donne si dedicano all’agricoltura di sussistenza. Le molte vedove delle tribù Larim portano fronde di palma intrecciate sulla fronte e sulle gambe, e tutte le donne vestono con delle tradizionali gonne multicolore. La loro pelle è incisa da scarificazioni autoinflitte a scopo decorativo fin dalla tenera età. Le scarificazioni vistose sul viso e sul corpo indicano lo status e il ruolo che ciascun individuo occupa nella società. Le considerano esteticamente molto belle, ma sono anche un segno di forza e resistenza. Come nella maggior parte dei gruppi etnici della regione, sono animisti e credono negli spiriti dei loro antenati, con i quali comunicano in cerimonie in cui i loro spiriti vengono chiamati con offerte. Se si è fortunati ci sarà la possibilità di assistere a alcuni rituali e cerimonie. Dopo pranzo, partenza per Kapoeta, dove si incontra l’etnia Toposa. Notte a Kapoeta presso Kuleu Hotel Resort.

Giorno

TOPOSA – VILLAGGI (JEEP, 2h)

Intera giornata dedicata alla visita dei vicini villaggi Toposa. Benchè questo gruppo etnico è dedito per lo più all’allevamento di bovini e capre, i loro membri hanno una nota fama di guerrieri, la cui storia è segnata dal continuo conflitto con le vicine tribù Larim, con razzie e furti di bestiame. Completamente refrattari alle modernità, vivono in semplici villaggi fatti per lo più di capanne circolari chiamati Boma, le cui abitazioni sono decorate con teschi animali e nei quali si radunano durante le stagioni umide, mentre nei mesi della stagione secca i pastori migrano alla ricerca di pascoli adatti alle mandrie. I Toposa sono organizzati in società fortemente gerarchiche, in cui il culto estetico del corpo ne è parte preponderante, secondo una complessa simbologia, espressa in elaborati addobbi e vistose scarificazioni sul viso e sul corpo, indicativi dello status e del ruolo che ciascun individuo occupa nella società Toposa. Credono nell’Essere Supremo e negli spiriti ancestrali e rappresentano il 2% della popolazione Sud-Sudanese. Anche le donne Toposa segnano la loro pelle con evidenti scarificazioni e un grande piercing al naso. Questa popolazione vive in una zona arida, che costringe i pastori a percorrere grandi distanze con il bestiame in cerca di erba. La regione è ricca di minerali e soprattutto di oro. Passano infatti parte del loro tempo alla ricerca del metallo prezioso nei letti dei fiumi. Notte al Campo presso il villaggio Toposa.

Giorno

TRASFERIMENTO AI VILLAGGI JIYE (JEEP, 2h)

Trasferimento alla volta del territorio abitato dalle tribù Jiye. I pastori Jiye abitano le terre nei dintorni di Kapoeta, assieme ai Toposa, e appartengono al grande gruppo delle popolazioni Karamojong e Turkana. Hanno come patrimonio caratteristiche danze e cerimonie tribali. Anche loro sono allevatori di bestiame che condividono le stesse origini nilotiche con i Toposa. Sono molto particolari i loro villaggi recintati, chiamati Boma, le cui abitazioni sono decorate con teschi di animali. Notte al Campo presso il villaggio Jiye.

Giorno

JIYE – VILLAGGI (JEEP)

Si trascorre un’intera giornata interagendo con la popolazione Jiye. Essa vive un poco più a ovest dei Toposa, con i quali si contendono i pascoli e le donne. Questa tribù è molto più piccola dei Toposa, ma sono temuti perché sono buoni combattenti. I pastori Jiye sono organizzati in società fortemente gerarchiche, in cui il culto estetico del corpo ne è parte preponderante, secondo una complessa simbologia, espressa in elaborati addobbi e vistose scarificazioni sul viso e sul corpo, indicativi dello status e del ruolo che ciascun individuo occupa nella società. Le donne indossano tradizionalmente abiti in pelle e adornano il viso con ampi set di perline con il blu come colore dominante e orecchini, mentre sul ventre possono avere delle scarificazioni. Possono avere piercing sopra il labbro superiore e sotto il labbro inferiore. Gli uomini hanno scarificazioni più importanti. Notte al Campo presso il villaggio Jiye.

Giorno

RIENTRO A JUBA (JEEP, 10h)

Dopo colazione, salutato il popolo Jiye, inizia il lungo viaggio di ritorno a Juba. E ‘ prevista una sosta a Kapoeta per il pranzo (5 h). Il trasferimento è lungo per consentire le pause agli autisti e le soste per i controlli del nullaosta. Arrivo a Juba (5 h) e pernottamento in Hotel, ultima notte in Sud Sudan prima del rientro.

Giorno

JUBA – VOLO INTERNAZIONALE PER L’ITALIA

Si raggiunge l’aeroporto di Juba dove, espletate le formalità doganali di uscita, segue l’imbarco e la partenza con volo di linea per l’Italia con transito extraeuropeo e pasti a bordo.

Fine dei servizi di Viaggi Tribali Sud Sudan, Equatoria Tribale

NOTA BENE

NOTA - Alcune variazioni nel programma possono essere realizzate dalla locale organizzazione, se ritenuto necessario per ragioni tecnico operative e di sicurezza, traffico e permessi/orari di visita. Si utilizzano campi tendati mobili e un paio di sistemazioni in hotel con spostamenti in jeep con un itinerario (con lunghi trasferimenti su piste sterrate, scorte di sicurezza e check-points per i nullaosta), che consente raggiungere le principali aree etniche dell’Equatoria in un’area africana molto poco turistica e frequentata. Logisticamente 2 cuochi al seguito preparano i pasti e si dorme in campi tendati mobili. La partecipazione a riti, cerimonie tribali o incontri wrestling sarà spontanea, dove possibile o con supplemento se a richiesta, cogliendo ciò che di stimolante si incontra lungo l’itinerario. La decisione in merito a possibili variazioni spetta alla Guida/staff locale. Si richiede forte motivazione, pazienza, flessibilità e spirito di adattamento.              

NOTA BENE:

  • CERTIFICATO VACCINAZIONE FEBBRE GIALLA (OBBLIGATORIO)
  • L'INGRESSO NEL PAESE È CONSENTITO SENZA RESTRIZIONI PER CHI VACCINATO
  • TEST PCR A 72 H (per i non vaccinati)                                                                         
  • E-VISA a cura dell’agenzia https://www.handyvisas.com/south-sudan-visa/

LE SISTEMAZIONI IN CORSO DI VIAGGIO

PERNOTTAMENTI DURANTE IL VIAGGIO (TENDE E ALBERGHI)

  • Juba: D-Use stanza per doccia all’arrivo il 1° giorno 
  • Campi tendati mobili: dal 2° all’ 8° giorno + dal 10° al 12° giorno FB
  • Kapoeta: Kuleu Hotel Resort o similare ( 9° giorno) BL
  • Juba: Fire Tree Hotel o Afex Rivercamp o similare (penultima notte, 13° giorno) BL

LEGENDA: BL = COLAZIONE + PRANZO; FB = PENSIONE COMPLETA

OPERATIVI VOLI

VOLI INDICATIVI/COMPAGNIA AEREA TURKISH AIRLINES via CAIRO
DA Milano MXP
• TK1876  MXPIST 1810 2305
• TK4646 ISTCAI   0350 0505
• TK4629 CAIJUB  0940 1430
• TK 614  JUBIST   0900 1600
• TK1877  ISTMXP  2030 2130

DA ROMA FCO
• TK1864  FCOIST 1930 0005+1
• TK 692   ISTCAI  0110 0225
• TK4629 CAIJUB 0940 1430
• TK 614  JUBIST   0900 1600
• TK1863 ISTFCO  1755 1830

NB: Operativi voli quotati al 28.09.2023 e soggetti a variazione all’atto della stampa del biglietto aereo. Partenze da altre città a richiesta.

EXTRA

  • DANZE/ATTIVITA’ TRIBALI EXTRA = 100$ per il totale del viaggio. (Da suddividere in base al numero dei partecipanti)
  • Alien Certificate: 50$, da pagare in contanti presso gli uffici dell'immigrazione in tutto il paese, inclusa Juba (non all'aeroporto)
  • IMPORTO CONSIGLIATO per esigenze personali: da 200 a 250$ a pax: per uso personale (considerare anche il pagamento del certificato Alien 50$ e le bevande, le mance, eventuale partecipazione a danze/cerimonie tribali, etc.

POLIZZE ASSICURATIVE ALLIANZ

Visita la nostra pagina dedicata alle polizze di viaggio

https://www.viaggitribali.it/assicurazioni/

Viaggia in sicurezza

Prezzo a persona da:
€4270.00
Acconto: €1500.00
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