Siria: dove Oriente e Occidente s’incontrano

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Siria (anno 1992)

Damasco: la città più antica del mondo, forse del III° millennio a.C., fu conquistata varie volte, dal re David d’Israele, dagli Assiri, poi dai Persiani. Nel 64 a.C. divenne una provincia Romana. Ma il periodo d’oro fu quello dei Mamelucchi, dal 1076 infatti divenne un nodo commerciale importante. Con i Mongoli di Tamerlano molti artigiani furono deportati a lavorare per la città “perla” Samarcanda.

Qui le donne vestono all’occidentale. Visitiamo la moschea Omayyed,  i bagni turchi, il mausoleo di Saladino, la moschea Sulaymaneih, e il meraviglioso museo. Per le strade del centro è facile incontrare i venditori di acqua con un grande bricco di ottone finemente lavorato con un lungo beccuccio da cui versano l’acqua fresca in bicchieri di metallo.

Crac des Chevaliers: lungo la strada per Aleppo ci fermiamo per visitare il Crac des Chevaliers, il grande Castello dei Crociati costruito ottocento anni fa e dove sorge la tavola rotonda di re Artù!

Aleppo: qui le carovane arrivavano dalla Cina cariche di sete e spezie per le corone europee. Sostavano nei caravanserragli in attesa dello scambio delle merci. Le rovine della moschea mamelucca dell’XI° sec. e di altri palazzi sono racchiusi dalla cinta muraria, denominata La Cittadella. Fuori c’è la vecchia città, il suo souk, le sue strette vie con case dai balconi in legno intarsiati. Qui molte donne vestono in nero con il velo mentre le giovani mi sorridono, felici di farsi fotografare da una occidentale.

Ebla: a cinquantacinque chilometri da Aleppo sorgono le rovine di Ebla, la più importante scoperta archeologica in Siria degli ultimi cinquant’anni. Ebla fu capitale di un regno potente in due diversi periodi storici. Negli anni Sessanta fu rinvenuta una numerosa (circa 15.000) serie di tavolette in argilla quadrate e rotonde incise con caratteri cuneiformi. Una di queste tavolette ci riferisce di un trattato internazionale che regolava i rapporti tra Ebla e Abarsal; un accordo che sanciva la supremazia di Ebla e che costituisce il più antico documento del genere finora ritrovato. La presidenza dell’ONU infatti ne richiese una copia per esporla presso la sede di New York. Altre tavolette riproducono dizionari con altre lingue.

Hama: con le sue antiche norie in legno sul fiume, qui sembra che il tempo si sia fermato.

Palmyra: una città ricca ed elegante, di mercanti provenienti da tutto il mondo allora conosciuto, ampia come una capitale, circondata da oasi di palme cariche di datteri. Così ne parla Vita Sackville-West “ Ma io amo Palmira. E’ femminile; è allegra, capricciosa, e un po’ vistosa. Sembra che abbia assorbito tutto il sole del deserto e assicurato via libera a ogni vento, con una noncuranza un po’ folle. Palmira è la ragazza beduina che ride del proprio abbigliamento da matrona romana” (1). Era un importante centro lungo la Via della Seta durante il regno dei Persiani e dei Romani. Nel 310 d.C. fu proclamata città libera dall’imperatore Adriano, poi divenne una colonia con pari diritti di Roma e libera dalle tasse. La famosa regina Zenobia, metà araba e metà greca che parlava l’egiziano, il latino, il greco e l’aramaico, prese il potere in nome del figlio nel III° sec. d.C. Ampliò il suo regno fino ai confini con la Persia e l’Egitto ma sfidò Roma coniando una propria moneta. Così nel 271 fu sconfitta dall’esercito romano e portata a Roma in catene d’oro! Come la regina egiziana Ashesiup aveva sfidato il potere degli uomini e fu punita per questo. Fu la fine della fortuna di Palmyra, che, dopo un’altra insurrezione, fu distrutta dai romani.

Note:

  • Da “ Passaggio a Teheran” di Vita Sckville-West, ed. Il Saggiatore 2003, pag. 226

Letizia Del Bubba

Photo@Credits Letizia Del Bubba

 

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