Sei ragioni per visitare l’Oman, il gioiello della Penisola Arabica

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Con i suoi 3.000 km di litorale l’Oman è una terra votata al mare, ma le spiagge paradisiache rappresentano solo una delle innumerevoli sfaccettature di questo gioiello della penisola arabica: a completare il quadro le sue montagne scoscese, i palmeti, le oasi e i deserti, ma anche i coloratissimi souk, gli inespugnabili forti e i piccoli villaggi da cartolina, uniti al profumo di spezie e al fascino da Mille e una notte. Vediamo insieme alcune delle ragioni per visitare l'Oman, straordinario paese in grado di sorprendere ed emozionare il viaggiatore più esigente.

Castelli e fortezze

Per la sua posizione strategica, l’Oman ha sempre dovuto difendersi dai tentativi di conquista degli invasori ed ecco spiegato perché il paese pullula di fortezze, castelli e torri di vigilanza (molti dei quali oggi visitabili).

Tra i tanti spicca il Forte di Bahla, sito nell’omonima città, Patrimonio dell’Umanità dal lontano 1987. A ogni svolta della strada si ammirano splendidi bastioni che corrono lungo il wadi e fanno di Bahla una delle città fortificate più grandi al mondo: secondo la leggenda le sue mura, lunghe ben 12 km, sarebbero state progettate 600 anni fa da una donna.

Wadi

Una delle principali ragioni per visitare l'Oman è la presenza dei wadi, canyon scavati nel corso dei millenni da fiumi permanenti o temporanei, nati da forti precipitazioni, che si presentano più o meno profondi. L’abbondanza d’acqua dei wadi rende i terreni attorno fertili e coltivabili, spesso circondati da alberi di mango, palmeti di datteri o banane e minuscoli villaggi di case bianche abitate da poche anime e qualche capretta.

Tra i tanti merita di essere menzionato il Wadi Shab, impressionante, noto per la sua grotta sommersa con le cascate, le scogliere rocciose e le piscine naturali d’acqua turchese.

Paesaggi mozzafiato

Un viaggio in Oman è un vero e proprio inno alla natura: la costa è ricoperta di spiagge e scogliere dalla forma capricciosa, il deserto color arancione invita a sognare spedizioni d’altri tempi e le montagne, che fanno da cornice, regalano viste mozzafiato.

Le dune di sabbia di Sharqiya, patria dei beduini, insieme al Jebel Shams (la montagna del sole) affacciato sul Wadi Ghui (il Gran Canyon d’Arabia) sono da soli sufficienti a giustificare il viaggio.

Gastronomia

La gastronomia omanita è un misto di cucina asiatica e mediorientale, un melting pot per il palato che ruota attorno a due piatti tradizionali: lo shuwa e il riso biryani.

Lo shuwa è una pietanza a base di agnello che viene posizionato in una buca e cotto sotto il fuoco per due giorni; si mangia in occasione dell’Aid, alla fine del Ramadan, e rappresenta per la famiglia un’occasione per stare insieme. Il riso biryani è un piatto a base di agnello, pollo o pesce (generalmente tonno, grigliato sul fuoco) che viene aromatizzato con una salsa di pomodoro, peperoncino e cipolla e accompagnato generalmente da un’insalata.

Da non perdere il caffè, simbolo dell’Oman e della sua ospitalità, che si prepara con chicchi di caffè tostato mischiati alla polvere di cardamomo, e i dolci, in particolare l’Halwa, a base di zucchero, miele, acqua di rose, uova, spezie varie e noci.

Tradizione e modernità

La perfetta combinazione di tradizione e modernità rappresenta un’altra ottima ragione per visitare l'Oman: il paese iniziò a crescere nel 1970 quando il Sultano Qābūs bin Saʿīd Āl Saʿīd rovesciò il padre con un colpo di stato e avviò un processo di modernizzazione e di sviluppo, in particolare nell’ambito educativo e in quello sanitario.

Progresso ed evoluzione non hanno tuttavia soppiantato la cultura e la tradizione dell’Oman, come dimostra la Royal Opera House dove la tecnologia all’avanguardia si fonde perfettamente con l’architettura classica.

Ospitalità e sicurezza

Tra le ragioni per visitare l'Oman non bisogna dimenticare l’ospitalità mussulmana - che fa parte della cultura e della religione appresa dagli omaniti fin da bambini – e la sicurezza del paese.

Il tasso di criminalità è bassissimo grazie alle pene inflitte in caso d’infrazione che costituiscono un ottimo deterrente: giusto per fare un esempio, il ritiro della patente per due volte nell’arco di due anni implica il dover trascorrere 24 ore in prigione!

Diana Facile

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