MONGOLIA, CINA DEL NORD - II° PARTE

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Di cielo e di vento (Mongolia - Cina del nord 2006). II° parte.

In aereo a Hohhot, nella Mongolia Interna, e poi, in bus, entriamo nello Shanxi. Caratterizzato dalla terra color ocra del Fiume Giallo, colore che i cinesi associano a loro stessi come popolo han, è la culla della civiltà cinese. Il paese fu unificato per la prima volta dallo stato settentrionale dei Qin e la capitale fu X’ian. Visitiamo le grotte di Yungang, uno dei più importanti esempi di arte buddista, insieme a quelle di Longmen e di Mogao. Le più antiche furono scavate tra il 460 e il 494, quando Datong era la capitale della dinastia degli Wei settentrionali. Le statue di queste grotte riflettono influssi dell’arte del Gandhara (India). Il Monastero sospeso (Xuankong Si), abbarbicato sulle rocce, a circa 50 mt. di altezza, risale a più di 1400 anni fa. Gli edifici del tempio sono collegati da passerelle e ponti di legno che poggiano su pilastri fissati nella roccia. Vicino sorge Yingxian, uno degli edifici in legno più antichi al mondo. Al tempio buddista Jinci, invece troviamo figure di argilla di epoca Song, e la famosa Dimora della famiglia Qian, dove è stato girato il film “Lanterne Rosse”. Ci sono 6 cortili e più di 300 camere. Il Sig. Qian era un modesto mercante di tè e tofu che fece fortuna.

A pochi chilometri si trova il Tempio Shwanglin, con circa duemila raffinate figurine in argilla dipinta e statue della dinastia Song, Ming, Qing. Arriviamo a Pingyao, città conservata con le vecchie mura, lunghe 6 km, e le 6 porte di epoca Ming. Hanno la forma di una tartaruga che in Cina è simbolo di longevità. Nel 1997 fu inserita nella lista del patrimonio dell’UNESCO. In serata treno con cuccette per X’ian, e in bus direttamente all’esercito di terracotta. Ricordo la prima volta che lo visitai nel 1987, c’era solo il primo scavo e di fronte all’esposizione un grande e variopinto mercatino di prodotti artigianali. Ora è tutto scomparso. Esposto al pubblico solo dal 1998 c’è un altro esercito di terracotta, ma in miniatura, a Yang Ling. Ci sono anche statue femminili in posa da amazzoni, per la guida rappresentano le mogli dei soldati, ma a me sembrano proprio guerriere! La città è molto cambiata, ci sono più grattacieli e più automobili. Di nuovo in treno con cuccette, questa volta fino a Bejing, Pechino, e in bus alla Grande Muraglia a Jinshan Ling, a tre ore dalla città. Parte del gruppo visita la Città proibita, io invece prendo un taxi per il quartiere 798. Ci sono molte piccole fabbriche, alcune in disuso che ora ospitano gallerie d’arte moderna: pittura, scultura e fotografia. Molto interessante. Finalmente riesco a visitare gli hutong, il termine è di origine mongola e significa sentiero. Molti hanno nomi molto fantasiosi: vicolo della pioggia, vicolo della terra, vicolo luminoso, vicolo della fortuna o della felicità, oppure vicolo dei fagiolini fritti, dei crisantemi, dei berretti, del granaio di riso ecc. Ora sono diventati un’attrazione turistica. La maggior parte è orientata in direzione est-ovest, secondo i dettami del feng shui, cioè la sacra scienza del vento e dell’acqua, una tradizione che risale agli albori della civiltà cinese (nota 1).  Verso l’ora del tramonto torno al Palazzo d’Estate, anch’esso in ristrutturazione! E’ l’ottava volta che torno in Cina…E’ strano come certi luoghi tornino di continuo nel corso della nostra vita, che sia anche questo feng shui?

Note: 1 l’essere umano e l’ambiente si influenzano a vicenda tramite il qi, o “energia” e il feng shui cerca di rendere armonico questo rapporto. Lo yin, la parte lunare, fredda, femminile, deve essere bilanciato con lo yang, la parte maschile, calda, luminosa.

Testo e foto di Letizia Del Bubba

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Photo@Credits by Letizia Del Bubba[/caption]

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