Alla scoperta dell'Eritrea, perla nascosta del Corno d’Africa

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Non sono molte le persone che vedono nell’Eritrea un’affascinante destinazione di viaggio e ciò la rende una meta ancor più appetibile agli occhi di chi, come noi, è alla costante ricerca di emozioni autentiche date dall’incontro con popolazioni genuine e dai toni caldi e accoglienti di paesi che vivono tutt’oggi ai margini del turismo di massa. Se a questo aggiungiamo che l’Eritrea è una perla di lucentezza rara, la voglia di saperne qualcosa di più diventa inarrestabile. Ecco quindi che oggi partiamo virtualmente alla scoperta dell'Eritrea e del gioiello naturalistico delle isole Dahlak, ultimo paradiso tropicale d’Africa.

Sita in quella parte del continente nota come Corno d’Africa (che occupa insieme all’Etiopia, il Gibuti e la Somalia), l’Eritrea è un paese giovane, nato poco più di 25 anni fa (1993) dopo un’eroica e sanguinosa Guerra di Liberazione dalla vicina Etiopia durata trent’anni (1961 - 1991) che l’ha resa a lungo inaccessibile celando al mondo intero la sua incredibile varietà geografica, climatica e ambientale.

Dalla depressione della Dancalia, uno dei luoghi più inospitali del pianeta, all’eterna primavera della zona degli altopiani, fino alle calde coste occidentali del Mar Rosso e le montagne dell’entroterra che sfiorano i 2.500 metri di altitudine, l’Eritrea è un soffio al cuore dietro l’altro e non lascerà nessuno insoddisfatto… provare per credere!

Dal punto di vista tribale l’Eritrea si distingue per la presenza di nove gruppi etnici – il 55% dei quali costituito da Tigrini – ciascuno dei quali parla una propria lingua, professa una propria religione e perpetua la tradizione dei riti ancestrali, ben distinti e separati tra un gruppo e l’altro.

Vogliamo parlare di storia? L’Eritrea vanta circa 8.000 siti archeologici – alcuni ancora da scoprire - che spaziano dalla preistoria alla civiltà axumita fino ai monasteri copti (colmi di tesori) nascosti tra le montagne, senza per questo voler dimenticare Asmara, la capitale, fondata dagli italiani nel 1889 sull’altopiano a 2.325 metri d’altezza, e Massawa, torrida città portuale dalla netta impronta araba moresca che ha perso buona parte delle sue bellezze architettoniche a seguito dei bombardamenti subiti dagli etiopi nel corso del conflitto del secolo scorso.

Fiore all’occhiello dell’Eritrea è il gioiello naturalistico delle Dahlak che tra isole, isolotti e atolli – 126 in totale, per lo più completamente disabitate - fluttua al largo di Massawa e assume le sembianze di un tratto di deserto affiorante dalle incantevoli e limpide acque del Mar Rosso. Vista la preziosità dell’ambiente naturale che accoglie oltre mille specie differenti di pesci e coralli, parte dell’arcipelago è stato dichiarato Riserva Nazionale con il nome di Parco Nazionale Marino delle Dahlak.

Tra le meraviglie del mondo sommerso del Mar Rosso d’Eritrea si annoverano anche alcuni relitti di navi – se ne contano 67 tra cui il Nazario Sauro, nave utilizzata per collegare l’Italia alle sue colonie d’Africa che affondò durante il conflitto mondiale nel 1941 – che sono divenuti parte integrante dell’habitat dell’arcipelago ed in alcuni casi come per il Nazario Sauro, visitabili con un tour specializzato.

Diana Facile

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