AL-MAGHREB AL AQSA (Marocco, l’estrema terra dove il sole tramonta)

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AL-MAGHREB AL AQSA (Marocco, l’estrema terra dove il sole tramonta) Anno 2013

Il Marocco è un susseguirsi di porte che si spalancano a mano a mano che si avanza. (…)Ogni porta s’affaccia su una diversa prospettiva dell’immaginario: uno spazio, un volto, una voce, un mistero. Non siamo però in un racconto delle Mille e una notte. E’ uno stereotipo, questo, usato spesso a sproposito nel mondo arabo, e che non corrisponde ad alcuna realtà. La verità è che il Marocco è un paese che si è lasciato prendere dalla modernità rimanendo radicato al ceppo delle sue antiche tradizioni” (1).

Taraudant: chiamata anche “piccola Marrakech” perché recintata tra le mura che corrono per circa sei chilometri. Nel souk troviamo come sempre polveri colorate, spezie, frutta, ceste, profumi e aromi vari. Donne con fazzoletti in testa e vesti lunghe, mai sole. Da ora in poi non troveremo più il couscous come piatto principale, ma la tajine, il tipico piatto della cucina berbera, un contenitore di terracotta, con un coperchio a cono, dove si cucinano vari tipi di carne e verdure, a volte anche della frutta, ad esempio le prugne, con l’aggiunta di spezie, naturalmente.

Tafroute, situata nelle montagne dell’Anti Atlante del sud marocchino.  Acquisto prodotti di olio di argan da una cooperativa locale di donne berbere. Quest’olio è estratto dai semi della pianta ed è apprezzato per le sue proprietà nutritive, cosmetiche e medicamentose. Tutta la zona è stata dichiarata dall’Unesco, nel 1998, riserva della biosfera. Ovunque capre arrampicate sugli alberi di argan a staccare le preziose bacche.

Valle di Ameln, sede della tribù berbera omonima, ammiriamo le rocce dipinte di Ait Mansour dell’artista belga Jean Veran, che coi loro colori vivaci contrastano col rossiccio delle rocce che si stagliano contro un cielo azzurro profondo.

Agadir Tasguent o granaio fortificato. L’agadir è una delle più tipiche e interessanti strutture dell’architettura berbera. Si tratta di un granaio collettivo fortificato e costantemente sorvegliato in cui gli abitanti del villaggio riponevano il raccolto e altri beni di valore per preservarlo dalle razzie.

Campo tendato Chez Naji e Valle del Draa: mi precipito sulle dune per aspettare il tramonto. La luna piena illumina il campo, dormiamo nel sacco pelo, sotto le stelle. Il Draa  è il fiume più lungo e importante di tutto il Marocco. Scende dall'Alto Atlante in direzione Sud-Est e poi verso Ovest in direzione dell'Oceano Atlantico. In realtà comunque più che un fiume, è uno uadi, poiché per gran parte dell'anno rimane completamente secco. Viaggiando nella Valle del Draa lo ksar, villaggio rurale tipo kaskbha, è l’elemento architettonico dominante. Erano i Maalem (artigiani) a costruirlo, una corporazione rigorosamente organizzata. Ora non c’è più nessuno che le costruisce, e i Maalem sono emigrati in città o all’estero.

La valle del Todra: spettacolare fenditura nella roccia, con un profondo canyon che raggiunge l’altezza di 300 metri, attraversato da un torrente. Siamo sui 2000 mt. d’altezza, l’aria è tersa. Sostiamo ad una tenda berbera. Sono molto poveri qui. Lasciamo alcuni nostri indumenti e dei soldi, ci offrono il tè.

Ourzazate: troviamo, nella piazza principale, una manifestazione sindacale perché è il 1° maggio! Ci sono pure le donne in un’ala separata del corteo. Fotografia insieme al segretario sindacale di zona, in quanto “compagna della CGIL italiana”!

Marrakech: girovago per la piazza, il cui nome significa “Piazza della fine del mondo”, e per il souk. Qui ci sono donne col velo da capo a piedi e ragazze in motorino, nelle vetrine dei negozi ho visto anche bikini per il mare! Visita al Palais de la Bahia, alla Maison Tiskiwin, un piccolo museo di arte africana del Sahara e subsahara, al museo Museo Dar Si Said e alla Maison de la Photographie. Infine arrivo in una conceria, alla Fontana Mocassine e alla piazza con le cicogne.

Testo di Letizia Del Bubba

Note:

1- Da “Strade del Maghreb” di Tahar Ben Jelloun, scrittore e poeta marocchino

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Berbera
Photo@Credits by Letizia Del Bubba[/caption]

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